Ascensione del Signore Gesù
Letture: At 1,1-11 Sal 46
Ef 1,17-23 Mt 28,16-20
Ef 1,17-23 Mt 28,16-20
Commento: È bello, seppur in forma ristretta e limitata, ritrovarci a
celebrare l’eucarestia dopo un interminabile tempo di “confino” nelle nostre
case. A noi tutti è mancato certamente l’incontro con Gesù eucarestia, ma penso
che questa esperienza, rivestita di nostalgia, ci abbia fatto capire anche e
soprattutto, quanto ci è mancato e quanto importante sia l’incontro con le
persone, con i fratelli di fede.
In realtà è di questo che abbiamo
nostalgia. Io ho una figlia che vive a Roma, l’ultima volta l’ho vista risale a
dicembre scorso, non sapete quanto mi manca il riabbracciarla, e vederla
qualche volta in video chiamata non mi basta più. Ci sono mancati i semplici
gesti dell’accoglienza come la stretta di mano, gli abbracci affettuosi che
dicono vicinanza e amore. Il virus ha messo in luce
la vulnerabilità della nostra condizione, delle costruzioni sociali, politiche,
economiche, costruite su un certo modo di concepire la realtà, mettendoci sotto
gli occhi quello che papa Francesco ripete da tempo: quanto sia indispensabile
la globalizzazione della solidarietà e della cura reciproca.
Riscoprirci come Dio
ci vede e ci vuole, ossia un’unica famiglia umana, figli suoi, sue creature.
Ciò che è vero a livello mondiale, lo è ancora di più nelle nostre famiglie e
comunità. Nei momenti di prova riscopriamo quanto sia indispensabile, e per
nulla scontato, sapersi aiutare e sostenere a vicenda.
Penso a quelle famiglie che non hanno potuto abbracciare e
salutare, per l’ultima volta in questo mondo un caro famigliare, privati del
conforto sacramentale e degli affetti, lo hanno dovuto vedere scomparire dalla
vita, e improvvisamente è diventato invisibile ai loro occhi; come Gesù alla
vista dei discepoli sul monte.
Abbiamo capito allora, che una
eucaristia senza incontro con i fratelli nella vita, rimane un rito sterile e
che Cristo è presente si nell'eucarestia sacramentale, ma vive e cammina nel
mondo con le nostre gambe; benedice, abbraccia, accoglie, accarezza e consola
con le nostre mani; intercede e prega con il nostro cuore e le nostre labbra.
E Lui stesso che ce lo ricorda: “Ed ecco, io sono con voi tutti i
giorni”. Se Gesù è con noi in ogni momento, allora
dovremmo cercare di crede più fermamente nella sua promessa e di renderlo presente
così, in una stretta relazione personale con Lui per condividere la sua
missione. Infatti Gesù non è salito al cielo per dirci che la sua missione è
finita, ma per dirci che ora tocca a noi continuarla.
Cosa
dice ancora a noi l’Ascensione di Gesù? Afferma che ogni nostro gesto, ogni
nostra premura, ogni nostro sacrificio vissuto per gli altri, in favore degli
altri nel nome di Cristo è scritto in cielo, manifesta a tutti la sua presenza
amorosa tra gli uomini e testimonia che c’è una vita che può essere vissuta
diversamente da quella che vediamo in tv o nei giornali, o che viviamo con
fatica quotidianamente. Una vita spesa nell'umile e provvidente dono di noi
stessi, cambia il mondo, cambia le relazioni, cambia i rapporti, cambia le
persone, cambia il pregiudizio, l’ingiustizia, cambia profondamente il nostro
egoismo tramutandolo in solidarietà e vicinanza a qualsiasi persona incontrata;
perché si possa prima o poi capire che la vita è un dono che è dato a tutti e
nessuno può vantare diritti maggiori di altri.
Ci
uniamo allora alla preghiera di benedizione di San Paolo nella seconda lettura
che chiede per noi la pienezza dello Spirito con queste consolanti parole: “il Padre della gloria vi dia uno
spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui;
illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi
ha chiamati …”.
È
quello che, spero, ci auguriamo reciprocamente. Buona ripresa e buona vita.
Nessun commento:
Posta un commento