sabato 18 aprile 2020

“L’amore che siamo chiamati a testimoniare “




Seconda domenica di Pasqua anno A


At 2,42-47   Sal 117   1 Pt 1,3-9   Gv 20,19-31
La paura fa davvero brutti scherzi! Quando proviamo paura le porte si chiudono, i luoghi si concentrano, lo spazio si riduce e non c’è più posto per gli altri. Soprattutto per quelli che noi non accettiamo o non consideriamo; abbiamo paura di loro perché possono ridimensionare la nostra autonomia di vita. Non ci accettano e quindi noi non accettiamo loro, non fa una grinza … La paura è una brutta bestia, è madre del sospetto e questo di solito mette in moto la nostra fantasia che ci fa spaziare oltre il vero contro nemici immaginari che se non esistono noi li inventiamo. Non c’è libertà quando vivo il sospetto, non sono libero veramente quando accuso e mi ritiro nella mia ragione; non vivo la libertà, quella vera, quella derivante dal lieto annuncio del Cristo Risorto, la sua Resurrezione mi dice che la morte, ogni morte è vinta per sempre, di cosa posso avere paura ancora? Il Signore è vivo, è presente; Egli viene e sta in mezzo. Se Lui non è al centro tutto è più difficile. Se il Cristo non è in mezzo a noi, come potremo mai sentirci fratelli? Se io non ho Lui come centro della mia vita avrò sempre qualcuno da accusare come origine della mia paura. 
E’ con Lui al centro che solo si può sperimentare la Pace! Solo Lui può darla veramente. “Pace a voi” nel brano evangelico di questa domenica lo dice per ben tre volte, come a rimarcarlo, quasi che a noi non risultasse possibile crederci veramente. “Pace a voi”. Ma cos’è per me la Pace? La vivo nella mia vita? Cos’è che mi impedisce di averla? E’ qualcosa fuori o dentro di me? La Pace naturalmente perché sia tale io non posso pensarla solo per me stesso, perché non sarebbe veramente Pace. Devo per forza pensarla anche per gli altri, cominciando però con il donarla io stesso facendo opera di misericordia e di Pace, cominciando a praticare il perdono. Chi perdona è veramente in Pace e dona Pace, perché sa che niente è perduto e ormai niente si potrà più perdere. Ogni offesa, ogni ingiustizia, ogni sopruso gli venga arrecato mai più gli potrà portare via nulla, perché vive sotto il segno grande della Resurrezione di Cristo. Chi vive con questa fede è e vive nella Pace. 
E’ proprio Lui, Gesù è il Signore della vita e quale gioia estrema avranno provato i discepoli nel vederlo, il brano lo dice: la gioia è veramente uno dei segni distintivi, segno che dichiara la reale presenza del Signore tra i cristiani. La proviamo noi? La scorgiamo in qualche parte del nostro cuore? Forse siamo proprio “gemelli” di Tommaso? La gioia non si prova se non si crede alla presenza di Gesù Risorto; fin quando sarò io il centro di me stesso non potrò mai sperimentarla, come del resto neanche la Pace. 
La strada allora è una sola, voler passare attraverso le piaghe di Gesù. Toccare le ferite della crocifissione vuol dire conoscere e riconoscere quale grande amore per noi ha mosso il nostro Dio, fino al punto di volerlo dimostrare con una così grande sofferenza. Anche a noi dice oggi: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!” Vedi il mio amore per te? Solo quando avrò riconosciuto e accettato questo suo amore e sentirò urgentemente bisogno di dirlo agli altri, solo in quel momento potrò dire con coscienza: “Mio Signore e mio Dio!”  
E’ questo amore che siamo chiamati a testimoniare, perché nessuno più ce lo può togliere. E’ questo amore del quale ogni persona ha bisogno, che si deve portare con compassione e misericordia perché è per sempre: Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre». Dicano quelli che temono il Signore:«Il suo amore è per sempre». Il Signore è fedele e non ci lascia soli, il Signore è misericordioso e sempre ci cerca per fasciare le nostre ferite, ci perdona per insegnarci a perdonare soprattutto noi stessi. Egli sempre viene in mezzo a noi, anche se abbiamo le porte chiuse, le nostre resistenze e la nostra poca fede in Lui e nella sua Resurrezione. Se noi ci lasciamo incontrare da Lui, ci porterà Pace, gioia e libertà, sicurezza e fede nel suo nome  che è il solo nel quale trovare Salvezza.

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