5a domenica di Quaresima Anno A
Letture: Ez 37,12-14 Sal 129 Rm 8,8-11 Gv 11,1-45
Commento: E Gesù continua a rivelarsi progressivamente come ha fatto nelle
scorse domeniche. Egli è l’acqua viva che disseta il nostro bisogno di felicità
e di infinito e lo fa prima d tutto con la sua Parola (il brano della samaritana).
Ancora, Egli è la luce che rischiara le nostre tenebre donandoci la fede, non
in una religione, in una dottrina ma nel rapporto vero di amicizia con Lui, (Guarigione
del cieco nato). Lui che è il Cristo
mandato dal Padre per rivelare chi è Dio ma anche chi siamo noi uomini, che diventiamo
sempre più uomini quanto più assomigliamo a Lui. Nel brano del Vangelo di questa
domenica, Gesù, ridando la vita a Lazzaro da quattro giorni nel sepolcro, si
rivela come Colui che possiede la pienezza della vita e la comunica a noi.
In queste righe di Giovanni, emergono accenti appassionanti, che
riavvicinano Dio alla nostra realtà più vera, profumano di amorevolezza, hanno
il gusto dell’incontro, dell’amore famigliare, sanno di bene, sottolineano,
cioè, il rapporto tenero e profondo che legava Gesù alla famiglia di Lazzaro. L’evangelista
osserva al v. 5 “Gesù amava Marta, e sua sorella e Lazzaro”. Questo
atteggiamento di Gesù, è da recuperare anche nei nostri confronti, perché Gesù
vuole essere vicino in questo modo a ciascuno di noi, alle nostre famiglie e
desidera essere corrisposto. Volevo farvi notare che Gesù stava tornando, anzi
era appena sfuggito dalle mani dei farisei, che a Gerusalemme tentarono di
lapidarlo, episodio narrato nel brano di Giovanni precedente a questo Gv 10,
22-42. Possiamo solo immaginare con quale stato d’animo il Signore si
allontanasse da Gerusalemme, un cuore gonfio di tensione e amarezza, ma sicuro
di trovare nella casa di Betania rifugio, comprensione, affetto e serenità.
Questo rapporto di amicizia vera, svela il volto di un Dio che sente il bisogno
di essere amato, compreso, accolto. Betania ci invita ad un approccio diverso,
nuovo, al volto di Dio.
Ed è proprio in questa casa, su questa famiglia che si abbatte una
sciagura. Lazzaro si ammala gravemente. Le sorelle mandano qualcuno a
avvisarlo. “Signore, ecco, colui che ami è ammalato” (V. 3). Gesù ora lo
sa, ma stranamente non fa nulla, al v. 6 è scritto: “Quando sentì che era
malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava”. Che mistero,
questo apparente silenzio di Dio, è quasi assordante, non ci da pace. Gesù non
guarisce Lazzaro, ma scende a vedere, si fa presente e vicino.
Sapendo che arrivava il Maestro, Marta prima e poi Maria, escono
di casa e gli vanno incontro: cercano una parola, un gesto, uno sguardo.
Lazzaro è morto ma Gesù era lontano,
Questo succede anche nelle nostre famiglie; qualcuno viene a
mancare, e Gesù è lontano.
Qualcosa muore; la fede, la speranza, la fiducia, e Gesù è
lontano. Le due sorelle però non disperano. Non capiscono, ma lo stesso non
urlano, non inveiscono, non si piegano ad una rassegnata disperazione.
Attendono fiduciose. Ora l’amico, il Maestro che conoscono bene è qui.
Il dialogo di Gesù con Marta ci da la principale chiave di lettura
del brano. Al v.23, Gesù le promette: “Tuo fratello risorgerà”. E lei
risponde come le suggerisce la sua fede giudaica che attende la risurrezione
nell’ultimo giorno. Gesù assume questa sua fede e senza annullarla, la supera.
Il suo messaggio è molto profondo, Gesù, ridestando Lazzaro dalla tomba, rivela
sé stesso: dice chi è Lui per ogni uomo. “Io sono la risurrezione e la
vita”. Egli è colui che dispone della vita, lui solo ha parole di vita
eterna, la vita divina. Il grido con il quale chiama il suo amico “Lazzaro,
vieni fuori” è la voce che rivolta ad ognuno di noi, ci farà uscire dai
nostri sepolcri, facendoci partecipare pienamente alla sua vita gloriosa, la
vita con Dio. Ma attenzione, questo grido “Vieni fuori” è il grido con
cui Gesù chiama gia ora chi è morto spiritualmente, chi non ha più speranza,
chi ha perso la fede e si è allontanato, e lo chiama a risorgere e a vivere.
Anche a ognuno di noi Egli grida di uscire dalla tomba delle
nostre piccole sicurezze, ci chiama fuori dai nostri pregiudizi, dai nostri
schemi mentali, dai nostri egoismi. Ci dice: Vieni fuori da tutto ciò che di
freddo e di buio abita in te, che spesso porta incomprensioni, rancori,
discordie, divisioni attorno a te e nella tua vita.
Allora risurrezione di Lazzaro, non è solo simbolo della
risurrezione futura, ma anche il segno del dono che il Signore gia ora fa a chi
crede. La vita eterna il credente la possiede gia fin d’ora in attesa del suo
compimento finale. “Io sono la risurrezione e la vita” gia adesso, nel
presente, Gesù è per tutti i credenti quella vita divina, eterna che non morirà
mai. Se Gesù è in te, non morirai. Questa vita è nata in te nel Battesimo e
rinasce ogni volta nel Sacramento della riconciliazione. Chi ha questa fede non
può non essere felice e vivere serenamente nonostante le difficoltà della vita.
Ma occorre credere. Come gia nell’incontro con la samaritana e con
il cieco guarito, così Gesù vuole condurre alla fede vera Marta, i discepoli, e
anche noi; lasciamoci interrogare da questa Parola di Gesù: “Chi crede in
me, anche se muore, vivrà. Credi questo?”.
Credere significa non solo accettare le verità annunciate da Gesù.
Ma dire un si totale a Lui, consegnarsi a Lui accogliendolo e vivendo le sue
parole, i suoi insegnamenti che sono riassunti nell’amore, il linguaggio che
tutti conosciamo bene perché lo doniamo e lo riceviamo ogni giorno nelle nostre
famiglie. In tal modo si apre la porta a Lui, che è la Vita, perché dimori per
sempre in noi. L’incontro con Gesù porta Marta a professare la sua fede: “Si,
o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel
mondo”. I suoi occhi sono stati aperti. Essa riconosce Gesù come il suo
“Signore”, il Salvatore promesso, colui che vive in comunione con Dio suo Padre.
Questo è il messaggio che troviamo anche nella lettera di Paolo,
dove egli descrive bene questa esperienza più vera del cristiano. Grazie al
Battesimo, che lo ha unito intimamente a Cristo, la realtà nuova nella quale il
credente vive, è caratterizzata dalla presenza in lui dello Spirito Santo. “Lo
Spirito di Dio abita in voi” espressione che ricorre per ben tre volte.
Questa vita trinitaria è destinata a realizzarsi nella totalità della sua
persona anche sul piano fisico “Colui che ha risuscitato Gesù dai morti…
darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita
in voi”.
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